TRAKKING NELLA FORESTA TAYRONA

pueblito pueblito
Tayrona
Cucina da Campo

 

Ho pensato di andare a Tayrona sin da quando ho acquistato la lonely planet della Colombia,
Su internet poi solo poche informazioni.
Il posto si raggiunge in 5/6 giorni di cammino.. Mitica città dell'oro... Scoperta nel 76... e basta, tutto qui, 1 o 2 foto ... insomma niente di che. L'unica paura che mi frena è il mio solito domandarmi: "ce la farò? O andrà a finire che un giorno si dirà qui è morto Vincenzo, l'Italiano che si sentiva ancora giovane?"... Che cavoli io sono giovane!!! Si! 5 giorni a piedi in mezzo alla jungla attraversando fiumi, sentieri e molte salite, con lo zaino in spalla... non sarà forse troppo? Tutti questi dubbi affollano la mente. Ma alla fine decido ... costi quello che costi io ci devo andare... si tratta di una sfida con me stesso. Però vediamo se c'è la possibilità di partire da una zona diversa, come mi è stato riferito, che prevede meno giorni, sarebbe una soluzione ottima (si tratta di un nuovo percorso più breve ma non per questo meno impegnativo e mi dicono che è da circa sei mesi che è possibile questa alternativa). Quindi dopo lunghi traffici per informarmi sull'esistenza di questa soluzione riesco nell'intento e mi viene confermato che in solo tre giorni, se si parte da Zupatec (piccolissimo villaggio), il tempo per arrivare alla città perduta è di solo tre giorni: due andata e uno solo al ritorno (uno perché il ritorno è quasi tutto in discesa) Cavoli! Allora per andare è quasi tutto in salita!!!! .
Sono le 16 quando decidiamo di dare la caccia all' agenzia riferita. Chiediamo a diverse persone e come sempre accade c'è chi ti manda di qui chi ti manda di la, cavoli! Alla fine prendiamo un taxi per far prima! Tanto per quello che costa! € 2,00 si! avete letto bene. Arriviamo davanti all'agenzia che in pratica è un piccolo ufficio con una ragazza e due ragazzi, ci accolgono come succede sempre in Colombia con grandi sorrisi chiedendoci da dove veniamo. La mia prima preoccupazione naturalmente è chiedere informazioni sulla difficoltà e se c'è pericolo di febbre gialla. Mi risponde la ragazza dicendomi che da un po d'anni non è più obbligatorio vaccinarsi. Si! bella risposta, ma quello che mi interessa e se c'è un reale pericolo di prendersela. Risponde che da quando lavora, da prima con l'agenzia del parco e poi con quella attuale, non ha mai sentito nessuno che si sia ammalato. Ok! tanto ho deciso, si parte. Il costo del biglietto è di COP$ 200,000 mila circa 100,00 € a testa con trasporto dei bagagli e delle provviste a dorso di muli e comprende naturalmente il mangiare e il dormire in accampamenti Tayrona, villaggi che incontreremo durante il tragitto e dove sono predisposte delle amache con zanzariere.
Ultima domanda che porgo è in quante persone siamo, mi risponde il ragazzo dicendomi che dovremmo essere in 7/8 più il cuoco e la guida. Compriamo i biglietti sempre con la paura di avere scelto di fare una stupidata e così ritorniamo all'albergo, Domani si parte! Arrivati in Hostal chiedo alla signora se è possibile lasciare in deposito una parte dei bagagli, mi risponde che non ci sono problemi, naturalmente paghiamo 5000,00 COP$ al giorno (2 €)
Giuseppe non è entusiasta anche perché per lui è il primo vero viaggio non organizzato e deve fidarsi esclusivamente della mia esperienza, acquisita nel corso di precedenti viaggi . Non abituato a vivere la vacanza secondo queste modalità era deciso a rimanere in albergo ad aspettarmi facendo la vita da spiaggia. Ma anche lui si lascia prendere dalla curiosità dell'ignoto e decide di proseguire con me! Di buon mattino 6,30 circa dopo aver fatto colazione, eccitatissimi andiamo al posto stabilito. Abbiamo atteso un po prima dell'arrivo dei mezzi di trasporto.

Il gruppo è formato da:
2 Italiani: Io e Giuseppe
1 ragazza Svizzera: Annet
2 olandesi, una coppia : sui 35 anni lui e 30 lei: Mirko e Miryam
1 tedesco (questi ci sono sempre, si è aggiunto dopo la nostra prenotazione) non ricordo assolutamente il nome ma ho il suo indirizzo.
2 Americane: Erin e Andy
La guida Beto e il cuoco Alberto.
Siamo in 8

Partiamo con 2 mezzi, un fuoristrada e un altro modificato e dipinto in tanti colori. Per arrivare alla partenza occorrono 3 ore di macchina. Mi chiedo come sia possibile visto il niente che apparirebbe sulla carta, ma finalmente partiamo.
Dopo circa due ore lungo la costa, iniziamo ad allontanarci, fino a quando la strada diventa non asfaltata, sul volto dell'autista compare un'aria felice. Iniziano le montagne russe. Io sono piazzato in prima fila e vedo una strada così dissestata, ma così dissestata, che non sembra una strada! Non è semplicemente non asfaltata, ma è profondamente erosa, e zeppa di fango e di pietre varie.. Con frane innumerevoli. In alcuni tratti il mezzo si piega così tanto verso la scarpata che sembra crollare... Con tutti noi sopra. Insomma la strada è pessima e questa specie di pulmino 4x4 infatti cosa fa ? ... Si pianta, ... Si pianta una volta, due volte, tre volte... E poi fora!!.. E poi si ripianta!!
e poi arriviamo olè!!!!! :
Notiamo vicino a un capanno i quattro muli con Beto e Alberto i nostri amici per questa avventura, mentre gli autisti ritornano indietro dandoci appuntamento a tre giorni. Quindi i nostri capi sono Alberto e Beto
Finalmente si mangia. Era ora! Dopo circa un'ora si parte, sono le 13,30 e Alberto ci da dei sacchetti della spazzatura per coprire gli zaini. Previsione di camminata per oggi 3 ore, mamma mia! speriamo di farcela
Partiamo allegri e spediti e al primo fiume da attraversare (l'acqua arriva sotto il ginocchio) ci togliamo le scarpe: alcuni si mettono i sandali. Ci sentiamo tutti Indiana Jonson (si scrive cosi?). Dopo 20 min. altro rio, stessa scena, altri 30 min altro fiume e qui iniziamo a capire che bisogna attraversare un po' troppa roba per pensare di togliersi e mettersi le scarpe, quindi iniziamo bellamente a camminarci dentro. E poi, ... E poi si sale, dritto, in mezzo al fango, decisamente tanto fango. Questo per diversi motivi, intanto perché nella foresta quando piove l'acqua resta impregnata per molto tempo a causa dell'umidità, poi perché ai tropici lo strato di terreno organico che da noi, se va bene, è di 40 cm, li è spesso 2-3 metri, infine a causa del calpestio dei muli che vanno avanti e indietro. Di fatto troviamo così tanto fango che è indubbia la difficoltà a procedere e per lo più in salita. Dopo un po piove.. Piove un bel po' ! Mannaggia quanto piove! insomma camminiamo ancora 2 orette sempre tra pioggia e fango e finalmente arriviamo alla baracca dove ci fermiamo a cenare.
Sono un po' preoccupato, i miei piedi sopra il tallone hanno delle piccole abrasione, derivate, probabilmente, dal camminare con scarpe bagnate, speriamo che domani non mi diano problemi altrimenti chi arriva a destinazione?. Adesso ha smesso di piovere ed il cielo è azzurro, l'umidità è forte ed ora escono le prime zanzare. Siamo quasi arrivati al primo villaggio, dei bambini ci aspettano io voglio fargli una foto ma loro rifiutano e si coprono il viso, a questo punto non insisto anche se prima che mi accorgessi del loro rifiuto avevo già scattato delle foto, pazienza!!! Arrivati al villaggio siamo condotti sotto una capanna più grande dove sono sistemate una in fila all'altra le amache con su la zanzariera. Giuseppe preoccupato mi domanda: "ma ! adesso dobbiamo dormire dentro li?" certo! Cosa ti aspettavi un grand Hotel : lo sapevi che erano delle amache". Io ho già conosciuto e fatto amicizia con quasi tutti quelli del gruppo (naturalmente la lingua è lo Spagnolo), le americane sono molto simpatiche e il tedesco ancora di più e mastica anche qualche parola in Italiano, volete sapere quale? Non più Mafia e spaghetti ma naturalmente Berlusconi. Certo non siamo famosi non per le nostre bellezze, la nostra cultura ma ovviamente per colui che ci rappresenta nel mondo. Quando lo nomina scoppia a ridere, dicendo avete un "maiaccia" la pronuncia così ma la parola naturalmente è "magnaccia" forse perché è stato scritto spesso sui giornali tedeschi. Naturalmente rido con lui dicendogli se per caso lo vogliano! Dopo un po parliamo di viaggi cosa molto più interessante e dove mi sento meno in imbarazzo :-).
Dopo un po, mentre ci prepariamo tutti a dormire sull'amaca con zanzariera allestita dal buon Beto, si avvicinano alcuni militari armati con mitragliette. Penso e chiedo: "non ci saranno i FARC? visto che è anche una zona di grandi traffici prossimo al confine con il Venezuela"? Alberto ci tranquillizza subito, dicendoci che faranno buona parte del viaggio con noi (che onore anche la scorta :) sono qui per controllare il sito archeologico, Stanco e un po preoccupato dai piedi e con tanti pensieri, con i rumori di animali che ricoprivano il silenzio mi addormento
.. .
2 giorno
Non sono riuscito a dormire molto, un pò perché i molti rumori davano l'impressione di avere i tanti animali nelle vicinanze e la cosa non era particolarmente tranquillizzante e molto di più per l'emozione di essere parte della foresta e delle sue creature.... probabilmente ho vegliato per il desiderio inconscio di non voler perdere nulla di questa esperienza.
Il sole brilla e l'alba è candita ed annunciata da altri suoni e rumori che progressivamente sostituiscono quelli della notte.
I soldati sono dei grandi chiacchieroni affascinati dal vedere tutti questi europei e americani, ma soprattutto sono attratti dalle ragazze :

Partiamo decisi, sarà una giornata tra campi aperti pascolati e parzialmente ancora coltivati a coca e tratti di foresta pluviale. Bello, affascinante! Sostanzialmente c'è un gruppo di persone veloci a camminare, tra questi la svizzera e la coppia Olandese mentro io e Giuseppe siamo più lenti. Talora ritardo di proposito per rimanere in silenzio e cercare di individuare qualche animale e sentire i vari rumori, lo trovo bellissimo. Si cammina e dal nulla appaiono villaggi di paglia degli Indios. Dopo un pò Beto si ferma, prende una bella foglia verde che usa da piatto e sopra vi taglia un ananas per spuntino. Mai gustato così tanto un ananas, caspita... che bontà! Solo un attimo ed eccoci di nuovo in partenza. Ci tocca nuovamente attraversare il fiume! Qui c'è da bagnarsi fino ai glutei, la mia preoccupazione diventa la macchina fotografica; così, per evitare di bagnare il mio zainetto, attraverso il fiume con le braccia sollevate. Per fortuna che non vi è corrente per cui la traversata procede tranquilla. Chiedo a Beto spiegazioni sul tragitto, riferisce: "20 minuti muy mal, 1 ora su e giu fino al Rio, poi si attraversa il fiume 2 volte e poi la scalinata per la mitica Ciudad per un'ora". Partiamo e capiamo subito cosa sono i 20 minuti in piano "muy mal". Il fiume ingloba il sentiero per cui si cammina su rocce scivolose a 20 metri dal fiume.. Niente di tragico, ma si fa attenzione. I muli con Alberto hanno preso un'altra strada più lunga, e con loro la mia macchina fotografica. Questo perché Beto ci ha spiegato che il Rio è un po' alto quindi è meglio procedere a mani nude. Come me anche gli altri lasciano in custodia ai muli i loro oggetti personali. I muli sicuramente (come poi è stato) arriveranno prima di noi. Si attraversa il fiume una sola volta ma qui le difficoltà non sono poche a causa del livello dell'acqua e della corrente che certo non manca per cui la cautela ci porta ad impiegare più tempo del dovuto. Due indios, che tra l'altro recano con se piccoli bagagli, lo attraversano nuotando mentre noi, cittadini un po' rincoglioniti, ma forse semplicemente non abituati, impieghiamo 30 minuti. A questo punto inizia l'ascesa lungo un sentiero dritto, si passa tra 2 capanne indio e qui si notano: poche galline, pochi maiali e piante di banane nonché persone molto riservate. In cima alla salita troviamo Alberto con i muli. Beto e Alberto ci danno banane colte dall'albero al momento, ovviamente ottime. Relax per dieci minuti e poi ancora su e giu, fino a raggiungere di nuovo il fiume. Questo punto iniziamo i guadi, tutti sopra il metro e con discreta corrente, faticoso ma bello ed entusiasmante. Al quarto guado, lungo il fiume compare la scalinata, che sale su in mezzo alla foresta. Noi ci inerpichiamo... io ho un po timore per cui sono molto cauto, mi fermo spesso a prendere fiato, anche perché se mi succede qualcosa qua davvero mi seppelliscono nella foresta, perché chi vuoi che mi porti giù? Però!!!!!! In mezzo alla natura la mia pace sarebbe davvero eterna, ma io ho molte cose da fare ancora!!! Per cui la prudenza non guasta mai. La salita dura un'ora, tutti di scalini belli viscidi franati e sconnessi. Gli avevano fatti gli indios, non so quando. Sostanzialmente Ciudad era un santuario tra i monti di una popolazione che viveva prevalentemente in mare. Un posto molto lontano e scomodo dalle coste, dove loro avevano fatto una cittadella con piattaforme di pietra su cui poggiare le loro capanne e per posizionare un loro osservatorio... un po come i Maya. L'osservazione degli astri era fondamentale per chi viveva nella natura come loro. Il cielo era un libro da leggere. Per poterlo interpretare e quindi capire anche la vita gli dei e con essi la natura si costruivano piattaforme sulle montagne dove si ergevano santuari. Comunque i Tayrona vivevano sul mare e scapparono qui in massa solo dopo che i "Conquistadores" li cacciarono dalla costa. Questo posto non fu mai trovato, rimanendo per anni con il mito dell'eldorado. Fu individuato da altri cercatori d'oro, i guacqueros (tomparoli da noi) nel 1976 spinti dal mercato nero. La scoperta fu stupefacente anche per loro che descrivevano il posto come una città nel cosi detto Inferno verde. All'arrivo, devo dire di essere stato molto felice, avevo raggiunto la mitica Ciudad. Provavo le stesse emozioni che provai tanni anni fa quando feci il Cammino degli Incas e quando mi apparve all'improvviso dopo, 3 giorni di cammino, la stupefacente Machiu Picchiu. Naturalmente non è niente a confronto alla vera Ciudad Perdida degli Incas (machiu Picchiu) , ma le emozioni sono certo sovrapponibili.
Facciamo un piccolo giro per ispezionare il posto in superfice ed andiamo a posizionarci nella capanna. Bene! Per dormire questa volta troviamo materassi (olè) e mega zanzariera. Mangiamo... Alberto grande cocinero ci fa la pasta coi wurstel... Gli americani, che apprezzano particolarmente, ci chiedono se è come quella italiana... "Certo!" rispondo mentre Alberto mi osserva per sentire la risposta. Certo, visto la fame, abbiamo particolarmente apprezzato! In particolare Giuseppe, grande pastaiolo, che da giorni ripeteva come in Colombia si mangia solo pesce o carne, carne o pesce con l'immancabile riso …. bhe come non dargli ragione!!!!!!!!!!! Io continuo a dirgli che bisogna apprezzare anche questo e che la cucina Italiana è davvero unica al mondo. A sorpresa il Tedesco tira fuori una bottiglia di rum (è un grande…...) ma dove l'avrà presa???? Si ride e si scherza. I soldati! Ah si!!! Dimenticavo,sono sempre affiancati alle due americane anche se penso, tanto per fare pettegolezzi, che una di loro fosse attratta dal tedesco. Alla fine si va a dormire con vista diretta sulle montagne della Sierra Nevada e con l'immancabile sinfonia della foresta, che mi determina un sogno meraviglioso.

3 giorno
Ci si sveglia presto e decidiamo di fare il giro per la Ciudadela dove incontriamo diversi indios che si fermano a parlare con noi. Ritorniamo al villaggio per intraprendere la via del ritorno questa volta quasi tutta in discesa per cui si parte in quarta, quasi tutti adesso con la voglia di ritornare a San Marta: la civiltà. Beto è partito prima per avvertire quelli dei fuori strada del nostro arrivo. Devo ammettere di aver provato una certa malinconia... Insomma! Fine dell'avventura!.....Arriviamo sulla statale dove troviamo i fuori strada ad attenderci per portarci a Santa Marta. Stanchi e lerci alloggiamo tutti nello stesso albergo e alla sera tutti insieme al ristorante. Ho trovato nuovi amici!. Chi sa se dopo esserci scambiati telefono ed e-mail ci si sentirà ancora! Al tedesco prometto che andrò in Germania ma chissà se riuscirò a mantenere la promessa! !!!!!!

Per la cronaca,
il prezzo per 3 giorni è di 100 euro mentre quello per sei giorni è di 160 euro. Ottimo mi pare. Si può andare solo con due agenzie. Senza guida sarebbe impossibile e con guide improvvisate rischioso e stupido oltre che vietato.
E' sufficiente portarsi uno zainetto dove suggerisco di mettere: 1 maglietta da giorno e 1 per la notte, un piccolo sacco a pelo (io avevo la mia tuta) perché per quanto forniscano le coperte il rischio di puntura d'insetto è notevole, spray anti zanzare e pila, utile quest'ultima, per fare la pipi di notte e guardare dove si mettono i piedi essendo i pericoli nella foresta sempre in agguato! :.
L'organizzazione a me pare buona quindi evitate pure di appesantire lo zaino

A chi lo consiglio?,......
A chi ama la natura ma che è consapevole che essa è arricchita anche da pioggia, fango e le zanzare. La natura qui e maestosa.
A chi ama gli scavi archeologici ed è consapevole che in sud'america non c'erano solo aztechi, maya e incas, ma migliaia di popolazioni fuggite a causa della "civilizzazione".
A chi ama le culture differenti, indios e anche campesinos, ex cocaleros, con cui si può parlare nelle pause dalle capanne.
E a chi vuole provare a farsi un giro tra le montagne lontano da casa. E' questione di voglia. Si può avere veramente tanto: un ricordo scolpito nel cervello col fuoco, amici e sensazioni. E poi tranquilli... ritrovate una parte di voi stessi che forse avete smarrito. La consapevolezza che il mondo, la vita, le persone, anche quelle più strane, sono un arricchimento per il nostro spirito e la nostra anima. Si!!! Dai... forse qualche lacrimuccia, può anche permettersi d'uscire.